PER GLI STUDENTI DEL “VOLTA” UN INCONTRO- DIALOGO CON GINO CECCHETTIN

Evento denso di commozione quello svoltosi lunedì 10 febbraio

Evento denso di commozione quello svoltosi lunedì 10 febbraio, presso l’auditorium “G Bufalino”, dove le classi quinte dell’I.I.S. “A. Volta” hanno dialogato con Gino Cecchettin, padre di Giulia, il cui efferato femminicidio ha avuto e continua ad avere una fortissima eco mediatica.

L’incontro ha concluso il “Progetto lettura”, coordinato dalle docenti Adriana Valenza e Ilaria Castiglione, progetto, che, nelle edizioni precedenti, ha visto come protagonisti scrittori rinomati quali Simonetta Agnello, Dacia Maraini e Alessandro D’Avenia e che, come nei trascorsi anni scolastici, ha previsto un percorso didattico adeguatamente strutturato: nella prima fase gli studenti, guidati dai docenti di Italiano, hanno letto e discusso in classe un testo scelto dal Dipartimento umanistico del “Volta”, per poi incontrarne l’autore in un evento organizzato dalla libreria palermitana “Modus vivendi”. Ed è stato il libro “Cara Giulia”, scritto da Gino Cecchettin insieme al giornalista Marco Franzoso, il testo scelto quest’anno dal Dipartimento umanistico dell’istituto, testo incentrato sulla violenza di genere e perfettamente inserito nel percorso di Educazione civica delle quinte classi.

Nell’auditorium “G. Bufalino”, gremito dai docenti e dagli studenti del “Volta” e del liceo paritario “P. Mignosi”, nonché dai rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati, guidati dal presidente avvocato Saia, Gino Cecchettin è stato accolto da un “fare rumore” corale e simbolico, idealmente finalizzato a rompere quel silenzio, che ostacola la speranza di rinnovamento del dialogo tra i sessi, strumento essenziale per arginare la cultura patriarcale e la violenza in tutte le sue manifestazioni.

Ha aperto l’incontro la prof.ssa Adriana Valenza, ringraziando il signor Cecchettin e gli intervenuti, definendo Giulia “la nostra Giulia”, in quanto la sua tragica perdita ha scosso le coscienze di tutti e deve essere foriera di quella che nel libro il padre ha definito “la cultura della riconciliazione”, opposta e ben più proficua rispetto alla sterile competizione tra i sessi. A seguire ha preso la parola il Dirigente scolastico Vito Parisi, il quale, dopo i ringraziamenti di rito, ha sottolineato il valore altamente educativo dell’evento, esprimendo parole di apprezzamento per il tono pacato e del tutto scevro da rancore con cui Cecchettin nel libro narra la tragica vicenda della figlia, svelando con delicatezza anche aspetti della propria vita familiare, quali la malattia e la prematura scomparsa della moglie Monica, e il rapporto con gli altri due figli Elena e Davide.

Dopo il saluto del Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale di Caltanissetta, dott. Marcello Li Vigni, che ha definito “un atto di ammirevole coraggio” la testimonianza del signor Cecchettin, ha preso la parola l’autore, coinvolgendo immediatamente gli studenti e presentando la figlia Giulia come “ un faro illuminante” di vita. Cecchettin ha accennato al dolore devastante che, come padre, ha dovuto affrontare insieme ai suoi due figli, dolore che gradatamente è diventato uno stimolo forte per apprezzare “ ciò che di bello e di buono” la vita offre a ciascuno: la famiglia, gli affetti, i ricordi delle persone care, la bellezza della vita in sé. Non a caso il sottotitolo del libro recita “Quello che ho imparato da mia figlia”: infatti, con schietta semplicità, Cecchettin ha delineato la personalità di Giulia, rievocandone l’allegria, la bontà d’animo, la capacità di sognare, testimoniata anche dai suoi disegni umoristici e fantasiosi proiettati sul grande schermo dell’auditorium.

L’autore ha poi condiviso le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il libro e ad istituire la Fondazione “Giulia Cecchettin”; una su tutte, quella di coinvolgere i giovani, le famiglie, la scuola, le istituzioni e tutta la comunità educante in un’approfondita riflessione sulle palesi o latenti forme di “incultura” che alimentano il “patriarcato” e indirettamente la violenza di genere: l’analfabetismo

affettivo e quello emotivo, la mancanza di dialogo nelle famiglie, l’uso errato dei social, il sensazionalismo informativo, gli stereotipi maschili e femminili, specie quelli “vincenti” e altre preoccupanti tendenze che, specie tra i giovani, ostacolano la creazione di relazioni sane e autentiche.

Concluso il suo intervento, Gino Cecchettin ha risposto con disponibilità alle numerose domande poste dagli studenti, che, per tutta la durata dell’incontro, hanno osservato un religioso silenzio, colpiti dall’affabilità e dallo spessore umano e spirituale emergente dalle parole dell’autore. Le domande hanno riguardato il valore terapeutico della scrittura, la forza interiore necessaria per elaborare il lutto, il supporto ricevuto dalla comunità, i vili attacchi subiti dai social e i ricordi più amorevoli legati alla figlia Giulia. E’ stato poi lo stesso Cecchettin a chiedere agli studenti quali progetti avessero per il loro futuro, ribadendo l’importanza dei sogni nel cassetto e soprattutto del dialogo interiore che permette ad ognuno di riconoscere talenti e attitudini.

Dopo l’intervento dell’assessore ai servizi Sociali del Comune di Caltanissetta, Pasqualino e della prof. Perricone, Dirigente scolastica del liceo paritario “Mignosi”, l’incontro è stato concluso con l’emozionante esibizione canora della studentessa Giada Rotolo, che ha interpretato il brano “Gocce di memoria” di Giorgia, brano particolarmente legato al ricordo di Giulia. Molto commuovente anche l’omaggio floreale donato dalla prof. Valenza al sig. Cecchettin a nome di tutta la comunità del “Volta”: una rosa stabilizzata simboleggiante un fiore “reciso, ma che continua a vivere”, a perpetua memoria di Giulia, “la nostra Giulia” giovanissima donna entrata nel cuore di tutti grazie anche all’esemplarità di Gino “Padre coraggio”.