Un importante momento di confronto e riflessione ha animato, nelle giornate del 18 e del 20 novembre, l’ IIS “A. Volta”, dove gli studenti delle classi I A, I C, I D e I E, in seno ad un percorso di Educazione alla Cittadinanza e alla Legalità già avviato in aula, hanno partecipato a un incontro il dott. Fabio Lacagnina, Vicequestore della Polizia di Stato di Caltanissetta, che ha dialogato con gli studenti sul tema del rispetto delle regole e sulle principali problematiche che coinvolgono i giovani nella società contemporanea.
L’iniziativa, promossa dai docenti coordinatori di Ed. Civica delle rispettive classi, proff. Palermo, Mastrosimone, Castiglione e Cuva, ha rappresentato un momento di dialogo autentico e di confronto diretto tra istituzioni e giovani cittadini.
Il dott. Lacagnina, figura carismatica e professionista abituato ogni giorno a confrontarsi con la realtà, spesso complessa, del territorio, fin dai primi minuti ha saputo conquistare l’attenzione degli studenti: niente toni accademici, niente distanza, solo uno sguardo diretto, un linguaggio vicino ai giovani e il desiderio sincero di condividere ciò che la sua esperienza gli ha insegnato.
Il Vicequestore ha aperto il dialogo sottolineando come le regole, spesso percepite dagli adolescenti come fastidiose imposizioni, non rappresentino una limitazione, bensì uno strumento di sicurezza e di tutela reciproca, inducendo i ragazzi a riflettere sul fatto che nella vita quotidiana — dalla strada ai social network, dalle relazioni tra coetanei agli spazi pubblici — rispettare le norme significhi proteggere se stessi e gli altri.
Attraverso un linguaggio diretto e coinvolgente, ha poi spiegato come i comportamenti quotidiani — a scuola, in strada e online — possano avere conseguenze reali, talvolta anche gravi. Particolare attenzione, infatti, è stata dedicata ai comportamenti a rischio più frequenti in età adolescenziale, come l’uso improprio dei dispositivi digitali, il fumo, l’alcol, le infrazioni del codice della strada, la pressione del gruppo, i pericoli legati alla superficialità nei comportamenti e le situazioni in cui un gesto impulsivo può trasformarsi in un problema serio. Non ci si è limitati a illustrare norme, procedure o concetti astratti, ma si è scelta, invece, la strada del racconto, aprendo uno squarcio nella quotidianità delle Forze dell’ordine e mostrando cosa significhi davvero portare una divisa: responsabilità, coraggio, ma soprattutto empatia. Il dott. Lacagnina ha parlato di episodi vissuti in prima persona, alcuni duri, altri profondamente toccanti, che hanno fatto percepire ai ragazzi la dimensione umana – e a volte fragile – che si cela dietro il lavoro delle Forze dell’ordine.
Un silenzio profondo ha avvolto la sala quando il Vicequestore ha ricordato momenti in cui una scelta tempestiva avrebbe potuto cambiare il destino di una persona o quando il dialogo con un giovane in difficoltà si è rivelato più efficace di qualsiasi intervento coercitivo. Storie vere, capaci di emozionare e far riflettere.
Il momento più partecipato dell’incontro è stato quello dedicato alle domande che gli studenti, incuriositi e fortemente motivati, hanno posto anche a partire da esperienze personali, ricevendo risposte chiare e coinvolgenti che hanno aiutato gli stessi a comprendere meglio le conseguenze delle proprie azioni e il ruolo delle Forze dell’ordine.
Come riconoscere una situazione di rischio? Quali sono i reati più frequenti commessi dai minori? Cosa fare se si è testimoni di un atto di prepotenza? Quali sono i limiti da rispettare nella comunicazione digitale? Queste sono solo alcune delle numerose domande poste dagli studenti cui il dott. Lacagnina ha risposto con grande disponibilità, arricchendo ogni spiegazione con esempi concreti e toccanti, tratti non solo dalla sua esperienza professionale di funzionario della Polizia di Stato, ma anche dalla sua vita privata, in qualità di genitore di una figlia adolescente. Questa doppia prospettiva ha reso le sue parole particolarmente vicine alla sensibilità dei ragazzi, che hanno percepito la profondità e il valore dei racconti condivisi, dal biglietto natalizio di “auguri”, rivolto a lui e alla sua famiglia da parte di un mafioso, alla terribile vicenda del giovane Pierantonio Sandri, ucciso a Niscemi a 19 anni per avere assistito all’incendio di un’auto da parte di una gang di giovani mafiosi, ai momenti concitati che hanno preceduto l’arresto di chi veniva colto in flagranza di reato.
L’incontro, volto a prevenire comportamenti devianti, a diffondere la cultura della legalità e a favorire il confronto diretto tra istituzioni e giovani cittadini, si è concluso con un invito rivolto ai ragazzi: un invito ad essere cittadini consapevoli, capaci di chiedere aiuto, quando necessario, alla famiglia, alla scuola, alle Forze dell’Ordine e ad essere responsabili nelle scelte quotidiane, uscendo dalla logica del “tanto a me non può capitare”.
Gli studenti sono tornati in classe con la consapevolezza di aver assistito a qualcosa di più di una semplice conferenza: hanno incontrato un testimone diretto del valore della responsabilità civile, del coraggio e della legalità. E forse, tra quelle parole e quelle storie, qualcuno ha iniziato a guardare alla società – e al proprio ruolo all’interno di essa – con occhi nuovi.


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